Incipit
È come avere sempre nelle orecchie Let it be. La sensazione di un perenne autunno sottopelle, di quelle cose che oltre non possono andare e che stazionano lì, caricandosi di giorno in giorno dello spessore opaco che crea la nostalgia quando non sai darle un nome.
Non mi chiede come mi chiamo.
“Ma tu da dove sbuchi?” mi fa. È un tipo riccio, uno dei grandi. Jeans sdruciti, larghi, che contrastano con una elegantissima giacca blu. E una camicia bianca. Classico contrasto per non passare inosservato.
“E’ di qua, ma è stata in collegio un tot.” dice la Tilly.
“E giri sempre con flauto in tasca?” No, solo quando vado al torrente a suonare. Mi piace avere un sottofondo d’acqua.
“Fa il Conservatorio…”
“Wow…”
“Be’, non proprio” preciso subito “sto preparando gli esami di ammissione, per pianoforte.”
“Ah, quello in tasca non ci sta.”
Ci si ritrova al bar di piazza, La Torretta, e si fa numero. Bello. Non sono mai stata in una compagnia. Quelle cose che leggi nei libri dove tutti pensano a dove andare e poi magari non ci si va mai. Eccomi qua. E adesso? Bruno il mio compagno di banco, (veniva con me all'asilo, lui era quello del pongo in bocca) qualche sera prima mi fa:
“Bisogna che vai alla Torretta”.
“E a fare che?”
“Si trovano tutti lì.”
Gregge selettivo. Va be’, se è proprio indispensabile. Ci siamo andati e mi
ha presentato alla Tilly. Ci sono ragazzi che fanno già l’università e altri che sono ancora alle superiori.
“È cotta marcia del Remo.” le ha detto “Se passa di qua perché non glielo presenti?”
Cotta marcia rende bene l’idea. Quando lo vedo mi si surriscalda lo stomaco, le gambe diventano molli come il pongo di Bruno. Il corpo si fa pesante, di piombo, ma dentro al petto si scatena il frullio. Remo è uno dei grandi. È al primo anno di architettura e sta facendo il servizio civile in biblioteca. È lì che l’ho visto la prima volta. Alto, con gli occhiali, il viso e il naso affilato. La fotocopia di John Lennon.
(Da White as snow)
📚 I libri di Elena Soprano