Incipit
Esile e meridiano
L’ho scoperto dopo, su una fototessera di stazioncina anonima e montanara, dai miei occhi vaghi ma pieni, per non dire da lemure, che quello per me era un periodo decisamente nero, il più nero della mia pigolante esistenza.
Con me c’era lui, uomo placido e bianco, uno disposto a stramazzare da eroico sotto stelle inverosimili per fosforescenza di luce, a sfinirsi sul quel terreno di caccia invaso per una vita intera e mai scoperto del tutto.
E nonostante ce la intendessimo, lui all’inseguimento di belve ormonali, io aspettando appena appena romantica un indizio di luna sulla sua testa calva, o un omero nudo, il mio ero una sguardo di ragazzetta africana, riconoscente sì a tanta opulenza bianca per avermi tolta di strada, e già nostalgica per quei venti di polvere e le arsure feroci, per i piedi sporchi che mi facevano bestia tra le bestie e però alla pari.
Nera d’Africa e bianca, uno scherzetto albino e geografico, così mi sentivo.
(Da La prima volta)
📚 I racconti di Elena Soprano