Clorella

Edizioni Amazon, 2020
Una foglia che non vuol cadere. Un viaggio sospinta dal vento con una vela creata da un ragno aspettando che passino autunno e inverno per poi ritornare sul ramo. Ma quando ritorna al suo albero, Clorella scopre che i rami sono pieni, il suo posto è stato occupato da un’altra giovane foglia. Il prato, il sole, l’arcobaleno, le nuvole che cambiano forma, la danza delle farfalle nell'aria. La piccola foglia davanti a tutto questo si incanta e capisce che quello che vuole non è restare, ma rivivere l’emozione della prima volta di fronte alla magia del mondo. E per farlo c’è solo un modo: cadere, sbriciolarsi, trasformarsi in terriccio, in nutrimento per l’albero che in primavera avrà nuove gemme.
Una storia sul passaggio, sulla fine delle cose che danno la possibilità a un nuovo inizio.
Illustrazioni di Lali, traduzione di Paul Angus.
🛒 Disponibile in:
📘 eBook versione in italiano📗 eBook versione in inglese📙 eBook versione in spagnolo📗 eBook versione bilingue con lettura facilitata📕 Copertina flessibile bilingue lettura facilitata
Il testo con lettura facilitata è composto di tre sezioni. Nella prima la storia in italiano, nella terza in inglese, nella seconda in doppia lingua con lettura facilitata: non ha il testo a fronte, ma è stampato con l’alternanza di righe in italiano e in inglese per facilitare la comparazione tra le due lingue.
🎶 La canzone di Clorella:
📽️ Video con illustrazioni📺 Video con immagini📚 I libri di Elena Soprano
Clorella 2021Clorella collection

Estratto

Il giorno dopo il vento annunciò il suo arrivo fin dal primo mattino. Da lontano Clorella vedeva sollevarsi nuvole di polvere e sentiva il suo fischio di avvertimento provenire sia da destra che da sinistra.

«Ciao Clorella, fai buon viaggio.» esclamò il tiglio. «Sono sicuro che prima o poi ci rivedremo!»

«Ma io non parto mica!» ribatté la foglia.

«Non è bello lasciare il posto che è sempre stato il tuo posto.» borbottò.

«Questo lo so Clorella.» cercò di consolarla l’albero. «E prima o poi toccherà anche a me. Potrò esser tagliato e trasformarmi in lingue di fuoco per cuocere castagne, per scaldare una famiglia in una serata di pioggia o semplicemente per bruciare delle sterpaglie. O chissà,magari potrei diventare una bella cassapanca piena di tende e lenzuola. »

«Si, ma tra molto tempo. Voi alberi siete dei gran furbi .Ogni volta vi sbarazzate di noi per rimettervi in forze e tirate avanti altri cento anni.»

L’aria si fece fredda e il fischio più forte . Non era più un avvertimento ma un annuncio: il vento, come tutti i venti d’autunno, era arrivato per spazzare via il vecchio e lasciar spazio al nuovo. Quando fu sopra al tiglio si accorse di quell'unica foglia rimasta appesa. Allora si gonfiò come un lupo d’aria e soffiò con tutta la sua forza. Clorella ondeggiò, ondeggiò, ondeggiò, si staccò dal ramo e ...rimase appesa al filo della Signora Ragno.

«Prrrrr! Io rimango, io rimango!» esclamò facendo una gran pernacchia al vento.

Il vento ora non poteva proprio fermarsi. Ma indispettito diede una gran soffiata che risuonò come una frana di montagna e sollevò in un turbine di polvere le foglie già cadute.

«Clorella,» disse paziente il tiglio, «il vento tornerà domani. E sarà molto più arrabbiato di ora. Non sopporta di essere sfidato.»

«Il vento è un gran prepotente.» replicò la foglia, «Lo sono tutti i venti. Con quella loro mania del pulito e di spazzare via tutto.»

..Ma sapeva che il tiglio aveva ragione. Il vento sarebbe tornato. E sicuramente con la sua furia avrebbe spezzato il filo di ragnatela.

Allora domandò alla Signora Ragno di fare altri fili, di farne altri cento, mille, perché potesse rimanere ben ancorata al ramo.

«Ah Clorella...» disse la signora Ragno «Lo so che è difficile partire. Ma quando è il momento non c’è filo di ragnatela che tenga.»

«Fallo lo stesso! » continuò la foglia, «Per favore!»
Clorella - Ragno con la tela
La Signora Ragno passò tutta la notte a tessere i fili. La mattina dopo aiutò Clorella a passarli attorno al picciolo e al ramo. E quando il vento si annunciò da lontano Clorella esclamò :

«Ah, eccoti vento! Sono pronta!»

Il vento questa volta si gonfiò come una montagna d’aria. Sembrava voler risucchiare tutto il bosco. Per un momento parve di sentire il suono di un mare in burrasca. Passò attraverso i rami dell’albero che vibrarono come scossi dal terremoto. Ma quando passò oltre Clorella era ancora lì. Che dondolava felice appesa ai fili di ragnatela.

«Credo che ora il vento si arrabbierà così tanto che potrebbe sradicare anche me.» fece il tiglio.

«Si arrabbi pure.» riprese Clorella. «Non è giusto che debba sempre averla vinta lui.» E chiese alla Signora Ragno di rinforzare il filo.

Ma questa volta la Signora Ragno non poté aiutare la foglia.

«Clorella, il filo mi serve per la ragnatela e per il nido. Senza non posso catturare gli insetti e potrei morire di fame. Ti darò un ultimo aiuto, poi dovrai cavartela da sola.»

Preparò per Clorella una ragnatela fitta fitta che pareva una stoffa di seta e gliela sistemò addosso come un mantello.

«Con questa la caduta sarà più morbida.» disse. «E poi, guarda: se fissi l’orlo alla tua punta potrebbe funzionare come vela .Con le correnti d’aria giuste volerai senza più toccare terra.»

Clorella sospirò. Avrebbe preferito rimanere ancora vicino all'albero. Tuttavia volare era sempre meglio che cadere nel terreno, sciogliersi e finire inghiottita nella terra.

Il mattino dopo il vento arrivò soffiando così forte che Clorella temette per l’albero. Da lontano si vedeva un gran polverone di terra e sassi. Sembrava di sentire grida di animali sopra un sottofondo di mitraglia.

«Resisti tiglio! Me ne vado davvero!»

«Arrivederci Clorella!» urlò il tiglio soffocato dalla furia del vento, «E buona fortuna!»

Il vento si preparò all'attacco. Inspirò una gigantesca boccata d’aria contraendosi in forma di serpente. Si avvolse attorno al tronco dell’albero stringendolo in una morsa per stritolarlo. Si infilò tra i rami lunghi e nudi in cerca della sua preda.
Clorella - Ramo con serpente intorno
    Allora ripensò a come fosse meraviglioso vedere e sentire le cose per la prima volta: la prima alba, il primo tramonto, la prima luna piena, il primo arcobaleno, il primo canto del cucù, il primo uccellino sul ramo, il primo...profumo di fiore.

    In un istante capì che non aveva voglia di ritornare sul suo ramo, ma di riscoprire tutto questo! Per farlo non le restava che un modo: dire addio al suo vascello e ritornare ad essere semplicemente una foglia. Una foglia che cade in terra, che si frantuma e si scioglie nel terreno, che diventa nutrimento per la pianta.

    «Sai tiglio,» disse con la voce stanca, «credo che tu avessi ragione. Le cose devono finire per poter ricominciare.» Sbadigliò.

    (da Clorella)
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